Caro Presidente Carissima redazione.
Buone sera mi chiamo Lunardi Cherubino sono presidente di una comunale equiparata in comune di Rovigo la comunale di Buso per l’esattezza, volevo se possibile delle risposte a delle domande che mi sono venute spontanee.
Alla riunione dei presidenti indetta dalla mia provinciale dentro la mia cartellina ho trovato l’ultimo numero di Dono&Vita, non ho avuto il tempo di leggerlo subito, ma dato che il lunedi successivo sono andato a fare la donazione ho portato il numero di Dono&Vita e l’ho letto.
Vorrei sapere perche il nostro dipartimento di Rovigo deve rallentare la raccolta del plasma (Rovigo da 4 a 3, Adria da 4 a 3, Trecenta da 4 a 2 e parlo di raccolta giornaliera) e poi vedo nell’articolo di Bernardino Spaliviero “È bonaccia prima dell’uragano” che la raccolta del plasma è diminuita dello 0,9%.
Ora io domando perchè il dipartimento di Rovigo deve rallentare la raccolta quando ci sono dei dipartimenti compreso Rovigo che sono sotto la media nei primi mesi del 2011? Altra domanda, si parla di uffici unici di chiamata, secondo me non si parla di ufficio unico di chiamata come se ne dovrebbe parlare , come mai non si dice chiaramente dati alla mano che con detto ufficio si risparmia sullo spreco delle donazioni? Mi sembra se non vado errato che chi porta avanti questo sistema hanno uno scarto minimo di sacche a fine anno, vedi Rovigo con l’anno 2010 sono state scartate 13 sacche nei confronti di 500/600 sacche di altre province, con uno scarto, sempre se le notizie non sono errate, di 9.000 sacche di sangue intero scartate nella regione Veneto a 150 euro all’una fate un po’ voi i conti. Allora come possiamo andare a domandare ambulatori dottori e personale se prima non vogliamo guardare dentro a casa nostra?
Il sangue è un patrimonio nostro e soprattutto un patrimonio per gli ammalati quindi bisogna creare un sistema valido per la raccolta del sangue (uguale per tutti) non un sistema dello spreco, cosi anche noi poveri presidenti avremo più coraggio a spiegare ai nostri donatori il perchè non vanno più a donare con la stessa frequenza.
Vi ringrazio per l’attenzione, non pretendo una risposta ma una riflessione seria e serena da chi di dovere.
Lunardi Cherubino – Presidente Avis Equiparata Buso
Caro Presidente,
Ti ringrazio per lo stimolo che hai dato a una valutazione più attenta della nostra situazione trasfusionale.
Ecco le mie considerazioni:
l’autosufficienza in sangue ed emoderivati è un risultato dinamico che deve essere riconquistato ogni giorno;
l’autosufficienza in sangue ed emoderivati è un risultato globale che necessita della messa in rete di disponibilità e necessità su base nazionale;
gli strumenti per raggiungere l’autosufficienza sono: l’incremento dei donatori e delle donazioni, la programmazione sanitaria, la corretta gestione dell’invio dei donatori ai Centri trasfusionali, il buon uso del sangue.
La riduzione del plasma raccolto è conseguenza della manovra di aumento del prelievo di sangue intero per compensare l’incremento delle richieste di globuli rossi di questi primi 6 mesi dell’anno. Lo scenario raffigurato dal dott. Spaliviero ci spinge a migliorare la programmazione e a sviluppare strategie nuove perché in futuro servirà aumentare sia la raccolta di globuli rossi, sia di plasma. Avis Veneto ha avviato per prima in Italia il confronto su questi temi.
L’eccezionale efficienza ed efficacia nell’utilizzo di tutto il sangue disponibile da parte del Dipartimento trasfusionale di Rovigo non ci deve far dimenticare che il risultato complessivo in Veneto è di uno scarto di solo l’1% per scadenza delle sacche di globuli rossi. Questo scarto si può considerare fisiologico perché si devono garantire urgenze improvvise, gruppi sanguigni rari ed emoteche periferiche. L’Avis lavora nei Comitati per il buon uso del sangue perché si migliorino i risultati in ogni ospedale veneto, specie per l’uso dei plasmaderivati.
Il tema dell’Ufficio di chiamata è ripreso in ogni occasione di incontro anche da Avis Veneto. Si tratta di uno strumento fondamentale per garantire l’autosufficienza. In realtà come la provincia di Rovigo può e, a mio personale parere, dovrebbe essere un Ufficio unico, in realtà provinciali più vaste sarebbe auspicabile ne sorgesse uno presso ogni Unità di raccolta, raggruppando le Avis afferenti e coordinandosi con gli altri. Noi continuiamo a dare questo suggerimento che deve, però, essere tradotto in concretezza dalle Avis, che agiscono in autonomia e collaborazione. Dobbiamo convincere tutti e trovare accordi equi.
Cordiali saluti, Alberto Argentoni